Presepe artistico-meccanico Pallerone, il meccanizzato del 1935

Inaugurato nel lontano 1935, rinnovato nel 1968 e attivo - nell’attuale versione – dal 1995. Il visitatore entrando nella grotta di tufo si trova di fronte il grande “boccascena” della Natività, immersa in un contesto in cui un gran numero di personaggi animati meccanicamente svolgono le normali attività artigianali e di tutti i giorni di quei tempi lontani ed in un tipico paesaggio dell’antica Palestina. La rappresentazione dura circa 7 minuti in cui, dalla giornata piena si passa lentamente al tramonto a cui fa seguito una stupenda notte stellata con centinaia di stelle sulla volta celeste, accompagnata dal levarsi ed al tramontare della luna.Infine, dopo l’arrivo degli angeli che annunciano la Natività, arriva l’alba del nuovo giorno.

  • Artistici meccanizzati e tecnologici
  • cittadeipresepi
  • italiadeipresepi
  • presepe
  • presepio
  • terredipresepi
Pallerone, il meccanizzato del 1935

Tipologia di presepe

Tipologia: Presepe artistico-meccanico

Dimensioni: 40 metri circa

Anno di costruzione: 1935 - 1965 - 1995

Visibilità: Nazionale

fmd_good
Piazza Castello n°17 Pallerone (MS) Aulla (Massa Carrara)
calendar_month Periodo di apertura
  • Data apertura
    8 Dicembre 2024
  • Data chiusura
    6 Gennaio 2025
schedule Orari
00:00
Festivi 00:00
Il presepe è sempre aperto tutto l'anno (tramite prenotazione), durante il periodo natalizio è aperto tutti i giorni

Il presepe - Pallerone, il meccanizzato del 1935

La natività raccontata in sette minuti. Sette minuti fatti di arte, storia e tanti meccanismi che hanno reso Pallerone, un piccolo paese a tre chilometri da Aulla (Massa-Carrara) una delle mete più ricercate e visitate a livello italiano. Il presepe è permanente e visitabile ogni giorno dell’anno e fu costruito per la prima volta nel Natale del 1935. Fu realizzato da un gruppo di appassionati utilizzando materiale di scarto come ruote di bicicletta e corde. Ma già portava con sé la meccanizzazione. Un nastro faceva muovere i personaggi orizzontalmente, il motore era ricavato da un ventilatore. Sullo sfondo la ricostruzione di un paese della Palestina. Fu perfezionato con un commento musicale due anni più tardi e di lì a poco nacque un comitato per il presepe. Le cronache del tempo raccontano che l’opera si presentava con “una grotta ricostruita in cartapesta e con blocchi di vero tufo”, e che per l’occasione, gli ingegnosi costruttori progettarono numerose scene di vita quotidiana, aumentando il numero dei personaggi con una luna che appariva e scompariva nella volta celeste grazie ad un’apposita fessura. Inoltre un ventilatore elettrico con telaio in legno, “teleriduttore” a mercurio e meccanismo a tamburo, antesignano dei moderni programmatori, comandava i movimenti dei personaggi”.
A metà degli anni Sessanta, grazie all’intraprendenza di Marino Baldassini, si costituisce il comitato per la realizzazione di una nuova opera fortemente innovata dal punto di vista tecnico. Il presepe che vediamo oggi è stato ricostruito alle soglie del Duemila e comprende il ciclo giorno-notte e lo svolgimento di tutte le fasi della vita lavorativa dei personaggi che si muovono, come per magia, guidati dal passare del tempo. Fino a che, all’arrivo della stella cometa, sulla grotta i personaggi si fermano stupiti.
Una voce narrante presenta al visitatore il presepe prima dell’inizio del ciclo, Astro del ciel e Tu scendi dalle stelle la musica di sottofondo.

Per movimentare le figure e variare gli effetti luminosi sono necessari dieci motori, mentre per alimentare i 120 litri di acqua al minuto che servono sono stati usati circa quattro km di fili elettrici.

Si entra a fianco della chiesa parrocchiale e il presepe ha la sua ubicazione nei locali ex cucine castello.